La guerra delle donne by Alexandre Dumas

La guerra delle donne by Alexandre Dumas

autore:Alexandre Dumas [Dumas, Alexandre]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2021-09-12T22:00:00+00:00


XI.

Lo stesso giorno in cui Canolles era stato arrestato a Jaulnay davanti i suoi occhi, madame de Cambes era partita assieme a Pompée per andare a raggiungere la principessa, che si trovava in vista di Coutras.

Come prima cosa il degno scudiero si premurò di provare a dimostrare alla padrona che se la banda di Cauvignac non aveva preteso alcun riscatto né commesso alcuna violenza nei riguardi della bella viaggiatrice, tale fortuna era da attribuirsi al di lui piglio risoluto e alla di lui esperienza in fatto di guerra. È pur vero che madame de Cambes, meno facile da convincere di quanto sulle prime avesse sperato Pompée, gli fece notare che egli era svanito nel nulla per quasi un’ora; ma Pompée le spiegò che in tale lasso di tempo si era tenuto nascosto in un corridoio dove, grazie a una scala, aveva approntato per la viscontessa una fuga sicura. Solo che aveva dovuto tenere a bada due soldati scalmanati che gli contendevano il possesso della scala, cosa nella quale Pompée si era adoperato, lo immaginiamo, con l’indomito coraggio che tutti gli conoscevano.

In maniera del tutto naturale la conversazione condusse Pompée all’elogio dei soldati dei suoi tempi, tenaci contro i nemici, come avevano dato prova nell’assedio di Montauban e nella battaglia di Corbie, ma delicati e cortesi con i loro compatrioti, pregi di cui, va detto, non si piccavano i soldati contemporanei.

Il fatto è che senza saperlo Pompée era appena scampato a un immenso pericolo: essere reclutato. Poiché era solito marciare con sguardo sfolgorante, scarti del busto del tutto militari e una postura ricurva degna di Nembrotto, sulle prime Pompée aveva attirato lo sguardo di Cauvignac. Ma grazie agli eventi successivi, che avevano modificato il corso delle idee del capitano, grazie a duecento pistole che questi aveva ricevuto da Nanon per interessarsi solo al barone di Canolles, grazie alla riflessione filosofica secondo cui la gelosia è la più magnifica delle passioni e la gelosia deve essere indagata quando la si incontra sul proprio cammino, il caro fratello aveva disdegnato Pompée e lasciato che madame de Cambes proseguisse alla volta di Bordeaux. In effetti, agli occhi di Nanon Bordeaux era ancora vicinissima a Canolles. Ella avrebbe voluto la viscontessa in Perù, nelle Indie, in Groenlandia.

D’altronde, al pensiero che ormai avrebbe avuto il suo caro Canolles tutto per sé entro solide mura, e che anche madame de Cambes, prigioniera della sua ribellione, sarebbe stata rinchiusa in eccellenti fortificazioni molto poco accessibili ai soldati del re, Nanon si sentiva colmata di quelle gioie infinite che al mondo conoscono solo i fanciulli e gli amanti.

Abbiamo visto come il suo sogno si fosse avverato, e come Canolles e Nanon si fossero ritrovati all’isola Saint-Georges.

Dal canto suo, madame de Cambes viaggiava mesta e tremebonda. Pompée, malgrado tutte le sue vanterie, era lungi dal rassicurarla, e non fu senza un forte timore che verso sera, lo stesso giorno in cui era partita da Jaulnay, la viscontessa vide sopraggiungere per una via laterale una truppa ben nutrita di cavalieri.

Erano gli



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